
Nuovo matrimonio, altro cielo.
L’azzurro delle otto di mattina ha deciso di macchiarsi per colazione.
Il caldo t’abbraccia meno e fortunatamente si respira.
Ci muoviamo in direzione della casa dello sposo e i verdi e i gialli delle colline abruzzesi ci chiariscono coralmente che nulla hanno da invidiare al blu del mare.
Arriviamo da Fiorenzo. Lo sposo è il ritratto della tranquillità. Troviamo lui, il barbiere e uno specchio, ma il vero “pezzo da novanta” (nel vero senso dell’espressione) ci attende al piano di sotto: la nonna dello sposo.
Lei, una giovanissima novantenne vestita a festa, che guarda quel suo bel nipote con gli occhi lucidi e il cuore gonfio sotto le sue collane e che aggrotta la fronte e pronuncia le sue rughe solo se provi, per scherzo, a dire che Fiorenzo non è poi così tanto bello.
Ok signora, ha vinto, non lo faremo più e la lasciamo alle sue emozioni.
Salutati Fiorenzo e la sua famiglia ci spostiamo da Flavia, la sposa.
La camera dove fervono i preparativi è grande ed è difficile riempirla di agitazione, pertanto anche qui sembra tutto apparentemente calmo.
Flavia è bella, attende di essere truccata ma intuiamo, da due piccoli cerottini sotto gli occhi, che forse l’eccitazione l’ha tenuta sveglia per tutta la notte.
L’abito è appeso all’armadio e fa da sfondo ai preparativi che proseguono in una calma interrotta solo da Francesco, il nipotino di Flavia, che teme le nostre macchine fotografiche e le evita energicamente proteggendosi dietro i nonni.
L’emozione dei bimbi ha tanti volti e può, come in questo caso, non averne uno; Francesco è emozionato ma forse non vuole che si sappia, e prova a non farcelo vedere, è pur sempre un ometto!
Terminato il trucco, la sposa può finalmente indossare il vestito che le cade perfetto lungo il corpo minuto e la impreziosisce delicatamente.
La Bentley l’attende di sotto e siamo pronti per raggiungere la chiesa.
Gli amici. Inizia così la seconda parte di questo matrimonio.
Sono tantissimi, il piazzale antistante la chiesa è pieno di persone pronte ad accogliere l’arrivo degli sposi e ancora di più ne sono all’uscita.
Distribuiti ai due lati, confetti in mano e megafono davanti la bocca, festeggiano Fiorenzo e Flavia urlando, è proprio il caso di dirlo, la loro gioia.
Volate le colombe, qualcuna volontariamente, qualcuna meno, il corteo di invitati, tra clacson e radio in amplificazione, scorta la Bentley al ristorante dove inizia , come sempre, la vera e propria festa.
Il gruppo di cantanti e musicisti anima la giornata, lunghissima, degli sposi.
I balli di gruppo coinvolgono tutti i quasi trecento invitati, compreso la nonnina di Fiorenzo, che alla faccia dei suoi anni, si muove e si dimena come una ragazzina, e tra trenini e nuove hit è il passo double con un amico di Fiorenzo a farci sorridere di più e a ricordarci di quanto possa essere ancora bella la vita, anche con qualche anno in più sulle spalle.
I brindisi, i balli, il lancio in aria dello sposo che leggero com’è, nelle braccia muscolose degli amici, ha raggiunto quote a dir poco elevate, qualche camicia bianca diventata trasparente, il megafono sempre in circolazione e i calici sempre alti, così è proseguita la festa dei nostri sposi, nella confusione che genera la gioia o viceversa ( non abbiamo capito bene) in un tripudio d’amore e amicizia che Flavia e Fiorenzo ricorderanno per sempre, anche grazie alle nostre fotografie.

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