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Luglio scivola sulla pelle idratando le prime abbronzature mentre fuori il sole si appesantisce su alberi e cemento. Francesco, lo sposo, ci accoglie in casa e tra una chiacchiera e l’altra, in pochi minuti, è già pronto.

Il buffet sul tavolo è ancora da scoprire, la macchinetta del caffè inizia in silenzio ad evocare il profumo delle otto e mezza la mattina mentre noi rubiamo le ultime fotografie prima di andare.

Li lasciamo così, nell’attesa che il tempo vinca l’afa e che la sorella minore, immersa negli ultimi preparativi, vinca il tempo.

 

Arriviamo da Donatella; la luce del sole si riversa nella camera e rinvigorisce sulle bianche lenzuola del letto, su armadi e pareti illuminando il sorriso della sposa.

Donatella è seduta, i capelli lunghi e folti le cadono naturalmente lungo la schiena mentre Tania la trucca e gli occhi grandi si gonfiano di emozione non appena ci mostra al collo la goccia regalatale da nonno.

 

Si era ripromessa di non cedere alle lacrime ma non aveva fatto i conti con l’imprevedibilità di quel giorno, con il papà perfetto nel suo abito da primo ed insostituibile sposo, con gli occhi della nipotina  tra le braccia della sorella, con la nonna fiera nel suo abito da festa. Le emozioni le percorrevano visibilmente il volto nonostante cercasse di distrarle scherzando con le amiche di sempre.

L’abito le cingeva il corpo mostrando tutta la sua femminilità e lasciando intravedere la schiena mentre in un angolo la mamma la contemplava con orgoglio e ammirazione.

 

In chiesa, alla fine della navata, Francesco fissa l’incedere lento ed elegante di Donatella con l’ingenuo stupore di chi si era lasciato ancora una volta sorprendere dalla bellezza.

 

Lo scambio delle fedi viene accolto da un applauso generale e la celebrazione, fino a quel momento impeccabile nel suo rigore, viene solo per un istante interrotta da “un omaggio sui generis”.

 

Fuori la chiesa il caldo si dimena implacabile tra gli invitati e dopo il lancio del riso è l’arrivo a Vasto, onorato da prosecchi e centrifugati, a restituire l’energia necessaria per dare inizio alla vera festa.

 

La scatenata compagnia di amici anima il pomeriggio e di tanto in tanto stempera l’entusiasmo concedendosi una sigaretta in terrazza; sulla pista da ballo si alternano le trasparenze di antiche camicie candide e drappeggi colorati e solo per un attimo la gioia in disordine si arresta davanti il commovente ballo degli sposi con i genitori.

La sala è piena, l’amicizia la riempie ed è sulle note di Raffaella Carrà, in un’istantanea alla Sorrentino, che si conclude la vera Grande Bellezza, quella che portano dentro Francesco e Donatella.

 

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