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Caffè.

Macchinette.

Sole e cicale.

 

Il matrimonio di Gaia e Raffaele inizia così, alle otto e mezza la mattina, con un centrifugato d’estate che sazierebbe anche l’immaginazione degli eschimesi.

Arriviamo dallo sposo causando la rapida fuga di Riccardo, il fratello, la cui ostilità verso giacca e cravatta ci appare subito chiara; troviamo poi Raffaele nelle mani del barbiere e i testimoni intenti ad escogitare la migliore posizione per il fiore all’occhiello.

Mamma Sandra in corallo è raggiante tra i blu e i neri degli uomini che le hanno “invaso” casa; il figlio non smette di sorridere, l’altro non smette di farci ridere e il salotto in un attimo vive.

Lasciamo lo sposo alla sua attesa e ci rechiamo da Gaia.

Truccatrice e parrucchiere sono già a lavoro e tra ombretti, piastre, specchi e acconciature l’atmosfera diventa decisamente più femminile. Gaia è tranquilla, vanta la bellezza di chi sta per realizzare un sogno, le sue testimoni si alternano per evitare i nostri obiettivi mentre lo splendido abito bianco inorgoglisce la camera da letto.

Anche la cagnolina non vuole rinunciare alla festa ed entra di diritto, signorina fra signorine, nelle “camere della sposa” esibendo davanti i nostri obiettivi una canina vanità che fa concorrenza alle donne di casa.

Indossato l’abito, Gaia è una visione; il sole spinge prepotente contro il vetro della finestra illuminandole la schiena appena scoperta e disegnando sul corpo, con naturale virtuosismo, un chiaro scuro che avrebbe ispirato i migliori scultori classici.

In sala amici e parenti attendono con curiosità l’arrivo della sposa che tuttavia non tarda a mostrarsi.

Dopo le foto di rito, è una chevrolet azzurra ad accompagnare Gaia e il papà verso Villa Estea dove finalmente, sotto il più potente sole di Giugno, i due sposi avrebbero coronato il loro sogno.

Gli ospiti e i loro colori invadono il giardino che fiancheggia la Villa; qualcuno prende posto, qualcun altro preferisce prima rinfrescarsi con una limonata, la maggior parte invece sventola freneticamente il ventaglio, sperando così di combattere il caldo, che del resto non sembra arrendersi in alcun modo.

Raffaele sorride, forse non ha mai smesso di farlo, fissa la sua sposa che lentamente, come spinta dal vento generato dai ventagli degli invitati, lo raggiunge.

 

La cerimonia si svolge vista mare, la natura e i suoi suoni ci circondano e ci accompagnano per tutta la celebrazione, continua a fare caldo, il sole è praticamente perpendicolare, precipita sulle spalle, mentre la voce di Claudia e la chitarra di Nicola arrivano delicatamente al cuore.

 

Una pioggia di carta bianca sparata in cielo ricade sui novelli sposi e da inizio alla festa.

 

È il turno dei brindisi e con in una mano il finger food e nell’altra un prosecco, gli amici non perdono occasione d’inneggiare ai due ragazzi.

L’arrivo della torta poi richiama tutti gli invitati sul belvedere della villa. Sopra di noi il cielo è perfettamente azzurro, davanti a noi il mare lo imita, Gaia e Raffaele sono, se possibile, ancora più belli e restituiscono ai nostri obiettivi tutta la loro gioia.

Per noi finisce così questo matrimonio: con un invitato bersagliato dallo champagne, la confusione dei felici e le nostre fotografie che tutto hanno raccontato.

 

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